Social media e PMI: l’albero della cuccagna sta esaurendo i suoi frutti?

É già finito l’idillio (se è mai cominciato) tra social media e PMI? 

Prova a fare questo test.

La prossima volta che un tuo amico, un tuo collega o la tua dolce metà chiude l’app di Facebook, dopo una sana scrollata della sua bacheca, poni questa domanda: “Per caso ti ricordi di aver visto qualche post di un’azienda su Facebook, poco fa? Ti ricordi qualche nome di brand?

Nel 99% dei casi, la risposta sarà NO. Per la “gioia” delle aziende che hanno investito i loro sudati soldini in pubblicità su Facebook, Instagram & Co, con la speranza di vendere qualcosa.

Effettivamente, tranne qualche raro caso di annuncio con una creatività estremamente accattivante, le sponsorizzate su Facebook, e social in generale, passano sempre più inosservate agli occhi degli utenti.

Il motivo?

Perché io, tu, il tuo collega e la tua dolce metà, vogliamo fruire di contenuti VERI sui social: post di amici, post scritti da esperti dei temi che ci appassionano, foto di persone che conosciamo o che seguiamo per la loro capacità di raccontare storie ed esperienze che ci coinvolgono.

Nessuno ha piacere di vedere la milionesima pubblicità dell’ennesimo brand sui social (soprattutto se il brand è sconosciuto).

Anche perché non ne abbiamo il tempo materiale!

Secondo una statistica riportata in un articolo pubblicato su Forbes, si stima che una persona è esposta ogni giorno ad una media di 6.000 annunci pubblicitari (tra web, social, tv, radio, cartellonistica, ecc..).

Non è quindi una questione di capacità di “stare attenti” e comprendere il contenuto di una pubblicità.

Il fatto è un altro: le persone non hanno le risorse cognitive e il tempo materiale di dare neanche un’occhiata veloce a 6.000 annunci al giorno.

Per le aziende questa è una pessima notizia, perché si traduce nel CICLO INFINITO dell’aumento dei costi pubblicitari:

1) Viviamo in un mondo pieno di stimoli, le persone hanno quindi un tempo limitato per guardare i tuoi messaggi pubblicitari.

2) Inoltre, i tuoi potenziali clienti hanno anche un portafogli finito. Quindi, anche vedessero tutte le 6.000 pubblicità, non possono comprare tutti i prodotti che vedono. Devono fare una scelta e per scegliere devono prima VEDERE il tuo brand.

3) Ma più prodotti in giro, e più aziende che fanno pubblicità, comportano che le persone hanno meno disponibilità di tempo per guardare le singole pubblicità e meno soldi a disposizione (perché come detto prima hanno anche budget limitato)

4) Quindi le aziende che fanno? Spendono di più in pubblicità per cercare di esser visti più della concorrenza.

5) Il mercato si ingrandisce ed entrano più inserzionisti. Un numero maggiore di inserzionisti comporta un aumento dei costi pubblicitari (il classico meccanismo di domanda-offerta)

6) Le aziende sono così costrette a spendere di più in pubblicità, per essere visti comunque meno.

7) Gli utenti cominciando ad essere accerchiati dalle pubblicità. Imparano quindi a riconoscerle ed ad evitarle.

8) Le pubblicità perdono così di efficacia, e il loro impatto nel piano di marketing aumenta in termine negativi, abbassando i margini.

In un ciclo che continuerà all’infinito, almeno fino a quando le aziende riusciranno a sopravvivere all’aumento vertiginoso dei costi pubblicitari. Dopodiché la bolla esploderà,

É un dato di fatto, non una mia opinione.

Secondo Statista, a Febbraio 2018 i costi per mostrare un annuncio a 1.000 persone sono aumentati del 77% rispetto a Febbraio 2017. E già nel Febbraio 2017 erano aumentati del 34% rispetto all’anno precedente. E così via.

Se ad inizio 2016 gli inserzionisti su Facebook erano 3 milioni, ad inizio 2019 questi sono diventati 9 milioni.

Nello stesso periodo, gli utenti di Facebook sono passati da 1.72 miliardi a 2.4 miliardi.

Vuole dire che gli inserzionisti sono aumentati del 200%, mentre le persone a cui mostrare pubblicità sono cresciute solamente del 29%.

Quando la domanda di un bene aumenta, i prezzi non possono che alzarsi di conseguenza.

Ecco la ragione che spiega quel +77% nel costo della pubblicità in pochi anni su Facebook (e su Google è andata alla stessa maniera).

Se sei un imprenditore o un marketing Manager, ti sei trovato tu stesso dentro questo ciclo infinito e avrai compreso che il tuo Brand deve trovare un modo per uscirne.

L’unica strategia di marketing che ti può salvare sui social è l’influencer marketing.

In un sol colpo ti permette di:

  • abbattere il costo della pubblicità sui social, considerato che sono ancora poche le aziende ad investire in influencer (c’è quindi poca concorrenza);
  • parlare al tuo pubblico target in modo naturale, sfruttando i contenuti pubblicati dagli influencer sui social;
  • guadagnare autorità agli occhi dei tuoi potenziali clienti;
  • emergere e distinguerti dalla concorrenza che continua a dissanguarsi in costose campagne pubblicitarie senza risultati.

Tutto grazie alla leva dell’influenza.

Per quanto potrà durare l’efficacia dell’influencer marketing?

Sinceramente non lo so, non ho la sfera di cristallo.

Sono solamente sicuro che le aziende che lo capiscono prima, e che riescono a mettere in piedi delle campagne di influencer marketing, potranno giovare prima di tutte le altre degli enormi benefici.

Chi resta dentro al ciclo infinito…non ha via di scampo!

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