Se negli ultimi anni hai letto qualche case study di campagne di Influencer Marketing, avrai di certo trovato un filo conduttore tra il 99% di esse.
Molto spesso infatti si parla di grossi brand, che coinvolgono influencer con community molto grandi (si parla di milioni di follower). Campagne del genere assomigliano molto alle PR vecchio stampo: alcuni vip fanno endorsement poco velati, più o meno in linea con il brand.
Ma quello che accomuna di più, queste campagne, sono i risultati. Avrai potuto vedere te stesso il conteggio delle visualizzazioni, dei like, dei commenti e il calcolo dell’engagement rate (quante persone hanno interagito con il post).
Sì, certo, tutti dati importanti, ma all’azienda questo non basta: quante vendite ha smosso quella campagna con 1 milione di visualizzazioni? Quanti contatti si sono iscritti al sito grazie a quei 254.049 like ricevuti?
L’Azienda (con la A maiuscola) necessita campagne con ROI calcolabile e in positivo.
Quindi ti starai chiedendo: ha senso mettere in piedi una campagna di influencer marketing?
La mia risposta breve è NO!
A meno che tu non sia Coca-Cola, oppure a meno che il tuo brand non si possa “accontentare” di misurare views e commenti…
Risposta estesa: Sì ha senso se usi l’Influencer Marketing come gli altri strumenti di marketing ovvero misurandone i risultati generati e soprattutto il ROI generato.
Proprio per questo motivo abbiamo coniato il termine Influencer Marketing ROI e rappresenta il nostro modo di fare influencer marketing, diretto e misurabile.
Cosa significa? Significa che è effettivamente possibile progettare campagne di influencer marketing con ROI positivo, ovvero campagne i cui risultati vanno misurati in vendite e/o lead generati.
Com’è possibile creare campagne di influencer marketing con ROI?
Come ho già detto prima: l’influencer marketing è uno strumento di marketing, come ce ne sono altri e quindi va trattato come tale.
Progetto una campagna, in vesto tot, deve esserci un ritorno. Fine
Altrimenti il gioco, almeno a lungo termine, non vale la candela.
Sento già le obiezioni dei più “puristi” del marketing “e ma il nostro brand è differente” e ma noi non facciamo queste campagne “spinte”.
Calma, non sto dicendo che creare una campagna di questo tipo significhi per forza far scrivere all’influencer “bello questo prodotto COMPRALO SUBITO QUA”
Si possono creare campagne articolate e “fini” nella loro esecuzione.
Infatti sto dicendo semplicemente che nessuna azienda, tranne forse le big (e non ne sono neanche così sicuro), può permettersi di spendere soldi senza sapere cosa torna indietro nell’immediato. O almeno cosa tornerà indietro in un prossimo futuro.
Allora come progettare una campagna di influencer marketing con ROI positivo?
Ci sono 3 regole che devi assolutamente rispettare.
#1 Call To Action con offerta
Ogni contenuto deve contenere una Call To Action precisa: l’influencer non deve solo limitarsi a far vedere il tuo prodotto o a parlare del tuo servizio ma deve esplicitamente invitare i suoi follower a compiere un’azione.
Azione che può essere appunto quella di comprare ma anche quella di scaricare un Report, un coupon, iscriversi ad un concorso, registrarsi ad un evento, ecc.
#2 Scarcity e Urgency
La call to action deve essere a scadenza e deve indurre un senso di scarsità.
Non voglio mettermi a fare il professorino del marketing. Se operi in questo settore conosci già queste due leve formidabili descritte dal maestro Robert Cialdini.
Questo punto, in pratica, si traduce nel creare una scadenza temporale, creare un’offerta con numeri limitati, creare appunto un senso di urgenza, quel “se arrivi tardi ti perdi il vantaggio” che sta a cuore a tutti noi umani.
#3 Tracciamento di tutte le fasi
Tutta la campagna deve essere TRACCIATA e non intendo configurare un tool che ti misura sentiment e views dei post degli influencer. Intendo misurare visite dirette sul tuo sito, vendite e lead generati.
Questo lo puoi fare in due modi….
In primis devi tracciare le visite diretta dal contenuto dell’influencer e lo puoi gestire benissimo con i vari tool che tracciano i link. Quest’operazione è fondamentale per capire quanto spendi per ogni visita.
Ti spiego con un esempio che facciamo prima: se hai pagato un influencer 1000€ e ti ha generato 1000 visite, significa che hai pagato 1€ a visita. Questo può essere più o meno in linea con quello che già spendi con altri strumenti di acquisizioni visite. Quindi puoi fare tutti i confronti del caso.
La seconda parte di misurazione (vendite o lead) la puoi fare tramite un codice univoco per ogni influencer: le persone che acquistano o si iscrivono tramite quel codice influencer, saranno appunto conteggiate e così potrai capire al centesimo quanto ha reso non solo la campagna nel complesso, ma anche quale influencer ha performato meglio.
Queste soni le regole base, ovviamente declinabili in mille configurazione diverse.
L’importante è che ogni campagna sia focalizzata a raggiungere obiettivi di marketing specifici e che, alla fine, siano tutti misurati in modo chirurgico.