Dovresti esserne fiero, molto fiero.
Il fatto che i tuoi clienti stiano pubblicando di loro iniziativa foto con i tuoi prodotti, è una vera medaglia da appendere al petto e sfoggiare con orgoglio.
Questo è infatti un ottimo segnale per il futuro prossimo della tua azienda.
Significa che il tuo brand ha superato la prima delicata fase di startup, e ormai ha fatto breccia nel cuore e nella mente dei tuoi clienti.
No, non sto esagerando: lascia che ti spieghi il motivo.
C’è solo una ragione che può spingere una persona a pubblicare una foto su Instagram con un prodotto in bella vista: la soddisfazione del proprio ego.
Che sia una crema dopo bagno o un integratore di vitamine, le persone taggano il tuo brand nei loro post solo perché provano PIACERE ad essere accostati al tuo prodotto.
Si sentono fighi a mostrare che sono tuoi clienti.
Se hai raggiunti questa fase di “pubblicità gratuita” fatta dai tuoi stessi clienti, ti meriti i miei sinceri complimenti. Ottimo lavoro.
Il mio ruolo mi impone però di mettere in chiaro una questione importante: questo NON è influencer marketing (anche se è facile pensare il contrario).
O almeno, questo non è l’influencer marketing che intendiamo qui a Get Influence.
L’obiettivo di una campagna è mettere in leva l’autorevolezza che gli influencer esercitano sulle proprie community, incentivando chi li segue a compiere un’azione specifica (acquistare un prodotto, provare un servizio) entro una data precisa.
Lo ripeto: per quanto possa farti piacere, il fatto che i tuoi clienti tagghino spontaneamente il tuo brand nelle loro foto e storie su Instagram NON è influencer marketing.
Ora ti spiego il perché.
Ecco i 5 motivi per cui la “pubblicità spontanea” dei tuoi clienti non è influencer marketing
E non vanno presi sottogamba.
Il mancato controllo di questi fattori potrebbe addirittura danneggiare la tua azienda (soprattutto il primo fattore).
1) Non puoi controllare il messaggio
Bello che i tuoi clienti parlino spontaneamente dei tuoi prodotti, ma che messaggio stanno comunicando a chi li segue?
Usano il tuo prodotto nel modo giusto? (ad esempio, un cliente che usa un dentifricio per pulire le fughe delle piastrelle, non è proprio edificante)
Mettono in evidenza le caratteristiche e i benefici chiave del tuo prodotto? (ad esempio, se il focus di un prodotto è che dura il doppio rispetto alla concorrenza, non serve un post che dice quanto è facile da usare).
In una campagna di influencer marketing è fondamentale comunicare un messaggio forte e che sia coerente con l’identità del brand e del prodotto.
Lasciando l’iniziativa ai tuoi clienti, questo non lo puoi controllare (a tuo rischio e pericolo).
2) Non puoi creare un’offerta che spinge all’azione
Cosa intendo?
Nelle campagne di influencer marketing progettate da Get Influence, è sempre presente un invito all’azione per la community dell’influencer.
Un’offerta specifica, vantaggiosa e con una scadenza precisa.
Ad esempio, proviamo a paragonare questi due ipotetici post di Instagram:
- “Fantastico. Ho provato l’hoverboard e ho letteralmente volato nel traffico. Te lo consiglio perché […].”
- “Fantastico. Ho provato l’hoverboard e ho letteralmente volato nel traffico, […]. Ti consiglio di registrarti nel sito entro il 31/10 per prenotare una prova gratuita con il codice ag19”
Vedi la differenza?
Il primo post è acqua fresca in confronto al secondo, che induce il potenziale cliente a compiere un’azione precisa, che a sua volta permette di misurare il ritorno economico della campagna (ne parliamo tra poco).
Ovviamente, puoi creare e promuovere un’offerta solo se sei tu a controllare la campagna e i contenuti che vengono pubblicati.
3) Non puoi lavorare con i migliori influencer
Stiamo pur sempre parlando di influenza, no?
E non tutte le persone hanno la stessa capacità di influenzare il comportamento degli altri (in senso buono, sia chiaro).
E non tutti hanno lo stesso “bacino di influenza” (su questo punto, ti consiglio di approfondire il mio articolo sulla piramide dell’influenza).
Ad esempio, se la signora Maria con 50 follower pubblica una foto con la tua crema antirughe, te ne fai poco. Se la pubblica un’influencer riconosciuta per il suo gusto estetico e la capacità di trovare i migliori prodotti sul mercato, è tutta un’altra cosa.
E non puoi stare seduto ad aspettare che i migliori influencer vengono a bussare alla tua porta (anzi, guarda con sospetto gli influencer che si auto candidano)
Gli influencer più efficaci devono essere contattati e ingaggiati in modo proattivo. Ormai quasi nessun influencer veramente autorevole si mette in moto per un semplice cambio merce (ed è giusto così, aggiungo).
4) Non puoi controllare la qualità dei contenuti
É sempre vero che “non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”, ma c’è un limite a tutto.
In alcuni mercati, il fattore estetico è fondamentale per vendere il prodotto. Penso ad esempio alla moda o al fitness.
É quindi indispensabile assicurarsi che tutti i contenuti in cui compare il prodotto rispettino un certo standard di qualità (illuminazione, composizione dei colori, inquadratura, ecc..).
E alcune persone, invece, non hanno ancora imparato che non si fanno le foto controluce.
Se vuoi che il tuo prodotto sia valorizzato in contenuti di qualità, devi affidarti a chi si è costruito una fama proprio grazie alla qualità dei suoi contenuti (gli influencer, per l’appunto).
5) Non puoi monitorare i risultati di vendita
Il vero potere è nella raccolta e analisi dei dati.
Quante persone hanno comprato il tuo prodotto dopo aver visto il post su Instagram di una persona a caso che ha taggato il tuo brand?
Non puoi saperlo.
Quanti nuovi clienti hai acquisito grazie al post su Instagram creato dall’influencer Andrea Giavara?
Se fai la campagna con Get Influence, te lo posso dire subito.
In conclusione, se ti sei mai chiesto “Ma cosa me ne faccio dell’influencer marketing? I miei clienti pubblicano già foto su Instagram, e non devo nemmeno pagarli o regalare il prodotto!“, adesso hai capito perché quello non è influencer marketing.
É una coccarda da appendere al petto, tutt’al più.